Xen Express 3.1, la virtualizzazione gratuita di XenSourceInserita da militanz il 15/01/2007 nella categoria Virtualizzazione
Poche settimane fa vi ho annunciato il rilascio di Xen Express, una versione gratuita dello stack di virtualizzazione proposto da XenSource. Ho anche detto che il prodotto è del tutto analogo al pacchetto Xen Enterprise presentando, all'atto pratico, solo alcune limitazioni funzionali che vengono sbloccate introducendo una chiave di licenza: supporta server Dual Socket, fino a 4 GB di RAM, e fino a quattro macchine virtuali su ogni sistema. In effetti, se scaricate previa registrazione l'immagine ISO del prodotto, troverete che il nome del file fa riferimento proprio a Xen Enterprise.Il prodotto, in sé, contiene una serie di componenti: il ben noto hypervisor; gli installer per XenServer e la console di amministrazione; un tool per il P2V (Physical-To-Virtual), ovvero per creare macchine virtuali Xen a partire da installazioni fisiche di macchine Linux; un altro per importare macchine virtuali create con versioni precedenti di XenServer; il supporto per l'installazione di Windows Server 2003, Windows XP SP2 ed una serie di direttamente dai CD di installazione e, nel caso di Debian, anche da un Sarge Template. Probabilmente il più grosso limite di Xen Express - e più in generale dei prodotti XenSource - è quello di non poter installare lo XenServer Host e la console di amministrazione sulla stessa macchina fisica, e di richiedere una macchina x86 dedicata - della quale saranno formattati i dischi - per l'installazione dello XenServer Host. L'installazione del server - che consiste di un kernel Linux Xen-enabled, un agente di gestione, un template di macchina virtuale Debian ed un repository locale per le macchine virtuali - va fatta al boot della macchina, assicurandosi che il supporto per le estensioni di virtualizzazione del processore sia abilitato nel BIOS. Il requisito di 16 GB di spazio libero su disco è inoltre estremamente rigoroso, pena il fallimento dell'installazione. E' inoltre necessario avere almeno 1 GB di RAM a disposizione, pena un panic error al boot di XenServer. Come prima cosa, scegliamo se installare il server o convertire la macchina esistente in una virtuale col P2V. L'installazione di Xen Express può avvenire da CD, da share di rete NFS o tramite HTTP | FTP. Il setup richiede poi l'impostazione dell'orario - manuale o tramite server NTP - e se usare DHCP, piuttosto che la configurazione manuale, per le schede di rete. L'installazione richiede a questo punto pochi minuti, mezz'ora al massimo, l'impostazione dell'orario e dei parametri di rete, se non si è scelto di usare rispettivamente NTP e DHCP, ed il riavvio della macchina. L'hypervisor ed i componenti di supporto occuperanno 1 GB, mentre 4 GB sono riservati ai file che memorizzano lo stato e la memoria delle macchine virtuali Xen in stato di sospensione; vengono inoltre create due partizioni da 4 GB per il dominio privilegiato - il cosiddetto DOM0 - e lo spazio rimanente è a disposizione per le macchine virtuali, tenendo presente che per quelle basate su template Debian viene allocato 1 GB per il dispositivo di root e 512 MB di swap file, mentre ad un'installazione di Red Hat Enterprise Linux 4 vengono riservati 8 GB. Nel prossimo articolo proseguiremo l'argomento. Proseguendo l'argomento, possiamo ora installare l'Administrator Console: apriamo il CD di installazione, portiamoci nella cartella client_install e scegliamo il file di setup appropriato - per Windows è xenserver-client.exe, mentre per Linux abbiamo ben tre RPM: uno per la console, uno per i file di terze parti utilizzati dal prodotto ed uno per il JRE. La console di amministrazione richiede solo un qualsiasi sistema operativo in grado di eseguire applicazioni Java, 70 MB di spazio su disco, una scheda di rete, ed una dotazione risibile in termini di processore e RAM - 750 MHz e 384 MB, rispettivamente. La versione per Windows installa il JRE 1.5.0_06, e non è possibile usare un altro JRE eventualmente già presente sulla macchina. Al termine, sarà richiesto di loggarsi a XenServer Host specificandone l'IP e le credenziali, ed avremo a disposizione una console divisa in due pannelli: in quello superiore possiamo immediatamente monitorare, al passaggio del mouse sui menu, le informazioni sulle macchine virtuali e sull'Host - nome, stato, CPU, memoria, disco e rete - ed effettuare le più comuni operazioni amministrative, oltre all'installazione di una Xen VM, alla clonazione ed all'importazione ed esportazione delle macchine virtuali. Nel pannello inferiore abbiamo a disposizione una serie di schede: overview, che mostra una raccolta di parametri sulla VM in esecuzione; text | graphical console, che apre una console di amministrazione sulla macchina virtuale prescelta, testuale o grafica - tramite Remote Desktop Protocol se la macchina è Windows, utilizzando X-window ed un client VNC se è Linux -; performance, che riassume le prestazioni; History con la cronologia delle operazioni effettuate; e tasks che raccoglie i wizard, fra cui quello per la creazione di una nuova macchina virtuale. La conversione di una macchina fisica in una virtuale - il cosiddetto P2V - è nativa per macchine Linux e viene eseguita, come visto, al boot dal CD di installazione di Xen Express: il file system verrà copiato tramite la rete, usando SSH, su un volume logico di XenServer Host, ed istanziato come una Xen VM. Ben diverso è il discorso per le macchine Windows, per le quali il P2V richiede un tool di terze parti, prodotto da Leostream. Anche la clonazione di una macchina Windows ne richiede la configurazione preliminare col tool Sysprep - disponibile nel CD di Windows - pena una serie di problemi derivanti dalla duplicazione del SID (Security IDentifier), caratteristico di ogni installazione di Windows. Infine, come per ogni prodotto di virtualizzazione, possiamo creare dei virtual bridge, ovvero delle connessioni di rete virtuali, basate su schede di rete anch'esse virtuali, che affianchino la eth0, obbligatoria per l'installazione di XenServer Host. Non è da trascurare nemmeno la presenza di un'interfaccia a linea di comando, utilizzabile per creare script di amministrazione delle macchine virtuali.Fonte: http://programmazione.it/ |