E se non servisse a nulla, per lo meno qui in Italia?Inserita da militanz il 18/05/2007 nella categoria Wireless
Perché affidarsi a WiMax quando in Italia siamo all’avanguardia nelle tecnologie wireless alternative, su frequenze libere, cioè il Wi-fi Mesh e l’Hiperlan? È quanto si stanno chiedendo gli imprenditori italiani, a capo di provider locali o medio-piccoli, che di reti wireless hanno riempito valli e periferie dello Stivale. Hanno portato banda larga a case e uffici, con risultati che sono caso di studio in Europa.
Lo dimostrano le analisi di Cisco e di Alvarion, tra i principali produttori di apparati Wi-fi Mesh e Hiperlan.
In occasione di interviste ed eventi (da ultimo, il Wlan Business Forum di Milano, in aprile) le due aziende hanno indicato l’Italia come uno dei principali mercati per i propri prodotti. Fanno testo, inoltre, i tanti progetti Wi-fi o Hiperlan avviati in tutte le Regioni da provider locali, nati con o senza il supporto di fondi pubblici, che nel Nord e nel Centro vengono erogati da Province e Regioni; nel Sud, da Infratel-Sviluppo Italia.Tra tutte, si distingue per ampiezza la rete Wi-fi Mesh e Hiperlan della provincia di Brescia (120 comuni, che a regime saranno 210). Ci sono già le offerte al pubblico, presentate dal provider Linkem. In Lombardia è anche attiva una rete Hiperlan nel varesotto, con il provider Ngi. Altre sono in costruzione a Cremona e a Bergamo. In Toscana sta nascendo la rete di Infracom (su bando della provincia di Firenze) ed è in funzione quella di Eutelia. Il Piemonte ha vari servizi Hiperlan attivi (tra gli altri, dei provider B.b.bell e Wi-fi Company). Un altro provider di spicco nel settore è Nettare, che è partito dalla Toscana; ha 2 mila utenti wireless, ed entro fine anno si estenderà al Veneto, Friuli, Lazio, Liguria ed Emilia investendo 4 milioni di euro. Al Sud sono in costruzione reti in Sardegna, in Campania e Basilicata (al lavoro, tra gli altri, Wi-fi Company); in Puglia ci sono già i servizi di Trucom. Alcuni di questi provider hanno già dichiarato che parteciperanno alle aste WiMax. Altri, come Ngi, cominciano a pensare che Hiperlan e Wi-fi Mesh bastino e non ci sia bisogno di spendere soldi in licenze. Due scuole di pensiero. Da una parte, c’è chi sostiene che il WiMax, avendo frequenze licenziate, potrà dare garanzie di qualità di servizio superiori. Più delle altre due tecnologie wireless, sarà quindi adatto alle esigenze di aziende medio-grandi e alle strategie di operatori nazionali. D’altra parte, però, sorgono dubbi su quale spazio di mercato potrebbe avere il WiMax in Italia, arrivando così tardi rispetto a quanto avvenuto negli altri Paesi europei. «Nelle zone rurali e montane, dove la densità abitativa è scarsa, Wi-fi Mesh e Hiperlan quasi di certo saranno sufficienti», argomenta Guido Tripaldi, del consorzio VoIPex (che raccoglie varie aziende operanti su Ip). «Il WiMax servirebbe di più nelle zone sub-urbane, dove le altre due tecnologie soffrono di interferenze e dove c’è maggiore densità di aziende e di case. Ma nel giro di un paio di anni quasi tutte queste zone saranno raggiunte da Adsl». Certo è che Wi-fi Mesh e Hiperlan non saranno spazzate via dal WiMax (come invece si prevedeva qualche tempo fa), ma convivranno perché si rivolgono a segmenti di mercato complementari. Resta da vedere se al WiMax resterà una fetta della torta e quale. Fonte: http://www.weekit.it/ |