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Virtualizzare i server aiuta anche l’ambiente.

Inserita da Ferace il 16/06/2007 nella categoria Virtualizzazione
Secondo Gartner Group, entro il 2008, la metà dei data center non sarà in grado di soddisfare la richiesta d’energia e raffreddamento dei server. Il costo dell’energia continua a crescere parallelamente alla richiesta di maggior potenza: per Idc nel 2010 un rack di server consumerà 11 KWh rispetto all’1,4 KWh del 2000. E, ancora Gartner, avvisa: i costi energetici complessivi di un data center, che oggi incidono per poco meno del 10% sull’intero budget It, nel giro di tre anni potranno toccare quota 20-30%. In questo contesto le aziende dovranno presto iniziare a riflettere sulle proprie infrastrutture It.

«Standardizzazione, virtualizzazione, razionalizzazione sono i tre principali gradini che le aziende dovranno percorrere per risolvere i loro problemi», commenta Philippe La Fornara, vice president & general manager systems & technology di Unisys. «Sviluppare competenze adatte e introdurre strutture adeguate sono elementi che completano i tre step fondamentali». Secondo La Fornara, nella gestione dei data center è importante risparmiare sui costi, aumentare le performance, porre attenzione agli aspetti ecologici. Strategico è utilizzare al meglio le risorse disponibili, ma anche saper sviluppare la capacità di prevedere e gestire meglio i rischi.

Charlotte Grezo di Vodafone sostiene che, in un mondo caratterizzato da elevati costi energetici, ridurre i consumi nell’ambito dell’energia non solo è una mossa strategica in rapporto alla salvaguardia dell’ambiente, ma anche per la salvaguardia del proprio business. Non tutte le aziende, però, se ne accorgono: molto spesso oltre il 70% del budget destinato alle spese It è speso per continuare sulla strada tracciata.

Tagliare Watt ed emissioni
I progetti che prendono in considerazione il tema del consumo energetico accanto a quello della virtualizzazione sono uno strumento importante per rispondere alle nuove esigenze legate all’energia, tagliando anche il Tco. La riduzione del numero di apparati, lo spostamento delle risorse da fisiche a virtuali avranno importanti effetti benefici.

Un’istituzione finanziaria inglese, analizzata da Unisys, consuma 411mila MWh l’anno, con una conseguente emissione di circa 147mila tonnellate di CO2. Di queste, 13.230 sono imputabili al data center con le sue 7.500 macchine Intel e un consumo di 40.500 MWh all’anno. Unisys perciò ha proposto di passare ad un’infrastruttura real-time (Rti) consolidando e virtualizzando i 7.500 server. Il progetto elimina circa 5mila server, sforbiciando i costi energetici per circa quattro milioni di dollari l’anno. Allo stesso tempo l’obiettivo “ecologico” è di ridurre di 9.450 tonnellate all’anno l’emissioni di anidride carbonica.

«La virtualizzazione migliore l’utilizzazione delle risorse, velocizza l’implementazione di nuove applicazioni; permette di ridurre il numero di server e il consumo energetico», chiosa La Fornara. Secondo i calcoli di Unisys i servizi di virtualizzazione possono ridurre i costi annuali di gestione fino al 67%. Abbattere i consumi energetici fino al 65% e le spese di acquisto fino al 35%. Migliorare l’uso delle risorse di oltre il 60% e abbassare il Tco delle infrastrutture fino al 25%.

Ma per ottenere i vantaggi dalla virtualizzazione, le aziende dovranno adottare il giusto approccio. Importante sarà conoscere le proprie risorse in termini di server, storage e applicazioni e le spese correlate. Analizzare bene le caratteristiche del servizio e valutarle in rapporto alle proprie necessità. Stabilire un chiaro modello di governance e costruire una roadmap a lungo termine. Senza dimenticare d’analizzare le proprie scelte in rapporto alla strategia di business.

Fonte: www.weekit.it